giovedì 10 giugno 2010

El pueblo unido...


Manca solo un giorno ai Mondiali. L’atmosfera è ambigua. Da una parte, rilevo indifferenza (forse anche dovuta alle aspettative vicino allo zero dei tifosi della Nazionale), dall’altra, comincia il tam-tam mediatico, pubblicità, eventi – si sono perfino inventati il concerto prima del mondiale, una specie di baraccone tipo Live Aid per il Sudafrica – iniziative editoriali. Tra tutte, segnalerei una “Storia dei Mondiali” a vignette. Una chicca. Poi, c’è la serie di DVD con i film ufficiali dei Mondiali precedenti. Ricordo ancora l’emozione di quando, nel 1983, davano alla tele in prima visione “Golè – il film ufficiale dei Mondiali in Spagna”. Con mio fratello eravamo esaltatissimi: mamma ci permise perfino di cenare in soggiorno quella sera.
Una nota di colore e di speranza dai “militanti”. Stamattina, in edicola, mentre compravo la Rosa, si avvicina circospetto un signore sui 60 anni (l’edicola è luogo di identità sbandierate ma anche di vergognosi pudori), chiede il Manifesto ed il quotidiano locale. Un tipo della vecchia scuola, tra Togliatti e Berlinguer, il Socialismo in un solo paese, questione morale ecc. Ed ecco, magia. Come se dovesse chiedere di un giornale vietato, fa all’edicolante: “Cos’è questo giornale sui mondiali”? E si mette a sfogliare come un bimbo uno dei tanti “speciali” sull’evento dell’anno, con foto, schemini di formazioni (li adoro!), calendario ecc. Lo ha comprato! Lo immagino a casa, sfogliare il giornale del popolo, e controllare la formazione più recente dell'Argentina. La faccia del Che, e il gol di Maradona. Que viva la militancia!!!!

1 commento:

  1. Ebbene si, lo confesso... sono militante! Non ho mai avuto la vena dell'allenatore, non ho nemmeno potuto mai fare quei bei discorsi del tipo "ho fatto i provini nelle giovanili della Samp ma mio papà mi ha detto che prima devo finire le scuole, ma se fossi andato....."... Ma la passione per il calcio e per i mondiali soprattutto non mi è mai mancata. Ho sempre avuto, e tutt'ora ho, la convinzione che chi indossa la maglia della propria nazionale sia un pò come il cavaliere pronto a prtire per le crociate, pronto a morire in battaglia per un grande ideale... già, questioni puramente economiche, giochi di potere mascherati da ideali nobili. Ma quando vedi Zidane il predestinato che come per magia ha l'occasione di rifilare un cucchiaio a Buffon, e lo stesso Zidane (il predestinato!) impazzire scornando come un toro, dimenticare per un attimo di follia tutti i sogni e le ambizioni, le regole del fairplay e l'opinione pubblica... beh, lì capisci che ancora qualcosa di vero c'è, qualcosa di umano e non, la fortuna e l'audacia che fanno a botte in un campo pieno di magia. E allora si, il me cinico si riconcilia col bambino che giocava a figurine, sono militante, sono tifoso della mia nazionale, non so se sulla carta siamo al 5 o al 10 posto, non so se le scelte tecniche sono impeccabili o inesatte, non so nemmeno se pepe valga più di di natale... ma so una cosa, al fischio di inizio di Italia - Paraguay i miei battiti cominceranno ad aumentare, i nervi cominceranno a saltare senza misura e la speranza che per un assurdo miracolo potremo sempre farcela sarà sempre lì, che lo voglia o no. E allora tanto vale crederci sempre, sognare di gioire senza chiedersi perchè, per come o per chi, e se dovesse andare male, c'è sempre il prossimo mondiale, che è sempre quello giusto!

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